STATI MENTALI E CREATIVITÀ: suggerimenti psicologici per coltivare idee originali

rendere la mente ricettiva all'ispirazione

Le idee originali arrivano in modo misterioso, ci vengono a trovare nei momenti più disparati, come se fossimo guidati da una musa capricciosa. Il processo creativo ci appare spesso casuale, segue vie incomprensibili. Sono però convinta, e la ricerca scientifica pare darmi ragione, che possiamo creare dentro di noi un giardino fertile in cui le idee hanno spazio di crescere. Abbiamo il potere di rendere la nostra mente un luogo sensibile all’ispirazione. In questo articolo vi parlerò proprio degli stati mentali da coltivare per essere più creativi secondo la ricerca psicologica e neuroscientifica.

In primo luogo c’è da dire una cosa: circa metà delle nostre giornate è occupato da uno stato mentale chiamato dalla letteratura scientifica internazionale spontaneus mind wandering, letteralmente, mente errante o vagabondaggio mentale spontaneo. Quando non siamo occupati in attività che richiedono un’attenzione focalizzata su un compito specifico la mente vaga. E dove va? Ovunque, tranne che nel presente. Viaggia tra i ricordi, immagina il futuro, si sposta qua e là tra i contenuti interiori. Si distrae da ciò su cui dovrebbe concentrarsi. Questo, secondo uno studio condotto da un team di ricerca italiano (Agnoli e colleghi, 2018), può inficiare la creatività. 

Parrebbe contro intuitivo perché nell’immaginario collettivo artisti e creativi sono visti come persone sempre distratte e con la testa tra le nuvole, ovvero sempre in mind wandering, eppure stare spontaneamente in questo stato mentale non favorisce la creatività. Quando ci distraiamo da ciò che stavamo facendo infatti non prestiamo più attenzione a nulla, è come se inserissimo un pilota automatico che tende a seguire dei percorsi già noti e a ripetere degli schemi appresi. Questo stato mentale non fa bene nemmeno all’umore perché la nostra mente, lo sappiamo bene, può essere anche un luogo oscuro: tra ricordi dolorosi, preoccupazioni per il futuro e autocritiche c’è il rischio di restare intrappolati in una spirale di pensieri molto tetri.

Per sviluppare la capacità di partorire idee originali possiamo però coltivare due stati mentali che secondo una revisione della letteratura scientifica (Henriksen e colleghi, 2020) sarebbero invece fortemente connessi alla creatività: la mindfulness e il mind wandering intenzionale.

LA MINDFULNESS 

Con questo termine ci si riferisce ad uno stato di consapevolezza che sorge dal prestare attenzione al momento presente in modo intenzionale e non giudicante. Quindi si è mindful quando si è pienamente presenti alla propria esperienza momento per momento e si è in grado di accogliere tutto ciò che si manifesta in modo aperto e compassionevole. In questo stato di consapevolezza la mente è più vigile e ricettiva e quindi risulta più facile assumere prospettive diverse sui fenomeni, cogliere sfumature nuove nelle cose.

Un altro aspetto è legato al fatto che prestare attenzione permette di rimettere in discussione gli schemi abituali, rompere gli automatismi che spesso ci guidano nel quotidiano. E questo è proprio al cuore stesso della creatività. Infine, la consapevolezza aiuta a sospendere la paura del giudizio che così spesso paralizza le nostre azioni e ci impedisce di osare di più. Essere mindful ci aiuta quindi a concederci il coraggio di sbagliare.

La mindfulness si basa sulla meditazione di consapevolezza, ovvero una delle principali tradizioni meditative del buddhismo, quindi il modo migliore per svilupparla è proprio quello di inserire nelle proprie giornate un momento dedicato alla meditazione. Esiste però anche un altro stato mentale che agevola lo sviluppo di idee originali e non richiede una vera e propria pratica formale: 

IL VAGABONDAGGIO MENTALE INTENZIONALE (intentional mind wandering)

Mentre nel vagabondaggio mentale spontaneo i nostri pensieri ci distraggono da ciò che stavamo facendo e rischiano di portarci in strade già percorse molte volte, scegliere di spostare volontariamente l’attenzione al proprio mondo interno e al proprio flusso di pensieri, e poi osservare in modo attivo ciò che avviene dentro di noi, può stimolare la creazione di nuove connessioni tra le idee. Osservare in modo attivo il proprio flusso di pensieri permette quindi di assumere consapevolezza sui nostri processi, di sviluppare uno sguardo attento e non giudicante sul modo stesso di funzionare della mente.

Per concludere, il mio consiglio per i creativi è quello di costruire all’interno delle proprie giornate dei momenti di pausa dall’azione in cui dedicarsi alla contemplazione. Momenti in cui sostituire il pilota automatico e il chiacchiericcio mentale spontaneo con uno sguardo curioso e compassionevole capace di sintonizzarsi sull’esperienza presente e coglierne le più sottili sfumature. E allora forse, la musa capricciosa dell’ispirazione, verrà a visitarvi più spesso.

BIBLIOGRAFIA

Sul concetto di mindfulness: https://mindfulnessitalia.it/mindfulness/cosa-e

Studio italiano su creatività e vagabondaggio mentale: Sergio Agnoli, Manila Vanucci, Claudia Pelagatti & Giovanni Emanuele Corazza (2018) Exploring the Link Between Mind Wandering, Mindfulness, and Creativity: A Multidimensional Approach, Creativity Research Journal, 30:1, 41-53. https://doi.org/10.1080/10400419.2018.1411423  

Revisione della letteratura sulla creatività e la mindfulness: Henriksen, D., Richardson, C., & Shack, K. (2020). Mindfulness and creativity: Implications for thinking and learning, Thinking Skills and Creativity.  https://doi.org/10.1016/j.tsc.2020.100689 ci

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